Palazzo Serra di Cassano. Fantasia e ferramenta in Sinisgalli
PALAZZO SERRA DI CASSANO. FANTASIA E FERRAMENTA IN SINISGALLI
di Biagio Russo
"Lucania", 22 ottobre 1993.
Il settecentesco Palazzo Serra di Cassano, a Napoli, con le ellittiche scale del San Felice protese ad abbracciare chi sale, con i superbi saloni dai tenui affreschi e dagli specchi rosi dal tempo, non poteva costituire cornice migliore, giovedì 14 ottobre, per un Convegno di Studi dedicato a Leonardo Sinisgalli. Già dal titolo, "Fantasia e ferramenta, poesia e scienza in Leonardo Sinisgalli", si percepiva il tentativo, da parte degli organizzatori, di sviluppare e dimostrare, con chiarezza e senza brume mentali, la complessità del percorso sinisgalliano.
Va subito detto che le aspettative non sono certo andate deluse, soprattutto per il notevole zelo organizzativo che vedeva, tra i promotori, oltre all' "Associazione Culturale L'albero di Porfirio, il benemerito "Istituto per gli Studi Filosofici", tra le maggiori istituzioni culturali a livello europeo.
Oltre agli interventi di cui diremo, il Convegno si è caratterizzato per l'inaugurazione di una mostra di acquerelli, inchiostri e chine dal titolo "Una galleria di ritratti. 70 disegni di L. Sinisgalli", curata, come anche il raffinato catalogo donato ai visitatori, da Giuseppe Tortora. Non poteva mancare questo coté del proteiforme Sinisgalli. La pittura divenne infatti per il Poeta di Montemurro lo scoglio a cui aggrapparsi quando l'eccessiva capacità di controllo e il forte senso autocritico sul materiale lirico disseccò la sorgiva del canto poetico.
E' stato lo stesso Sinisgalli a confessarci questa difficoltà, attraverso la "magica" riproposizione, altro momento clou di una serata senza cadute, di un raro documento da cineteca: una suggestiva intervista al Poeta ad opera di un chiomato Trufelli, registrata a Castronuovo, pochi mesi prima della morte. In quell'occasione Sinisgalli lesse, attorniato da una folla silente ed estasiata, gli splendidi versi di "Lucania".
Gli organizzatori, inoltre, per esemplificare ai tanti convenuti la solida preparazione scientifica di Sinisgalli e la sua capacità istintiva di trasfigurare poeticamente argomenti apparentemente inerti come i punti, le rette, le forme, sul piano teorico come nella natura, nello spazio fisico come in quello della pura logica, hanno proiettato i due cortometraggi che Leonardo realizzò: Lezione di geometria, sui solidi superiori, e Millesimo di millimetro, con cui fu premiato alla Mostra del cinema di Venezia nel 1948 e nel 1950. I due filmati che esaltano l'eclettismo del Nostro ed anticipano di decenni alcune attuali pseudo-sperimentazioni sono ormai veri e propri archetipi di cinematografia d'avanguardia, tanto da essere gelosamente custoditi al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma.
A ricordare la forza, il valore, la moralità di un artista che "deve essere raccomandato ai giovani" per la capacità di sintetizzare, senza ipocrite antinomie, presente e futuro, poesia e scienza, sono intervenuti nel corso del Convegno relatori di prestigio. Giovanni Giudici ha parlato del rapporto in Sinisgalli, tra letteratura e industria, soffermandosi sul concetto di "design", che Sinisgalli perseguiva non solo nel suo lavoro, essendo stato il primo "art director", quando era chiamato ad inventare strategie pubblicitarie per la Pirelli o l'Olivetti.
Il design è rintracciabile in Leonardo - a detta di Giudici - anche nell'eleganza del verso dove ogni materiale è studiato per essere collocato lì e non altrove: "... era un designer del verso perché costruiva le sue poesie con materiali coerenti". Giudici si è quindi soffermato sull'ingiusta dicotomia, poeta-ingegnere, scienza-letteratura, che una storia letteraria poco avvertita e sensibile ha contribuito a radicare, e che non rende giustizia perché "... nella sua opera era la stessa ispirazione, era lo stesso tipo di cultura che lo ispirava, una cultura eccezionale, più che insolita... Sinisgalli aveva studiato bene sia la letteratura, sia la scienza, ma erano espressione di un unico mondo, di un unico modo di concepire la cultura, la vita, il quotidiano".
Anche Vito Riviello, che ha parlato del rapporto tra oralità e scrittura nel "maestro Sinisgalli", si è soffermato su questa falsa dicotomia, "non c'è lacerazione tra le due culture", ha detto. Il poeta potentino ha poi consigliato S. ai giovani per la sua totalità, per essere un poeta del futuro. Anzi come ha ben detto Michele Prisco, che si è intrattenuto sulle due anime di Sinisgalli, rievocando un lungo rapporto di amicizia fatto di corrispondenze, di passeggiate, di telefonate: "S. si prepara alla morte con la scienza e alla eternità con la poesia".
A chiudere la serata, dopo gli interventi di Giuseppe Tortora (Poesia e matematica: le due Muse di Sinisgalli), e di Bruno Di Pietro (Il fosso di Libritti), è intervenuto uno scintillante Vanni Scheiwiller che in un avvincente percorso sul filo della memoria e dell'affetto ha parlato del rapporto di Sinisgalli con la casa editrice Scheiwiller, iniziato nel 1936 con la pubblicazione di quelle "18 poesie" che sancirono la consacrazione a poeta di Sinisgalli. Fra date e dati, senza tralasciare mai il contesto storico-letterario, Vanni ha percorso mezzo secolo di un sodalizio, alterno da un punto di vista editoriale, ma continuo per ciò che riguarda la reciproca stima, pur se con qualche polemica, come quella su Montale, sanata senza rancore. Gli episodi e gli aneddoti raccontati da Scheiwiller, con un ritmo da narratore consumato, hanno contribuito ad illuminare la vita, la storia, la psicologia di un personaggio straordinario, senza confini, dalla genialità senza tempo, ancora tutto da scoprire e da riscoprire, nato, per uno scherzo di quella natura che tanto lo affascinava, tra le crete e la cacca di quella terra aspra d'agavi e sassi che è la Lucania. Leonardo Sinisgalli.
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