Ripubblicato Furor mathematicus
di Biagio Russo
"Lucania", 4 dicembre 1992
Furor Mathematicus di Leonardo Sinisgalli ripubblicato da Ponte alle grazie tra i "Rari"
Quando nel 1929 Enrico Fermi invitò Leonardo Sinisgalli ad entrare nell' Istituto di Fisica, Leonardo rifiutò per "seguire pittori e poeti". Ma il fascino per le "formule semplicissime" attraverso cui sintetizzare le regole e la struttura del mondo rimase e si fuse in una poesia animata da miti fulminanti, sempre costruttiva.
Furor mathematicus, che raccoglie apologhi, riflessioni, ricordi scritti tra il 1930 e il 1940, è indubbiamente, tra i libri che Sinisgalli ha scritto, il più complesso, quello più legato al mondo della geometria, della fisica, dell'architettura. Oltre ad essere tra i più singolari dell'intero panorama novecentesco.
Fu pubblicato nel 1944. Ora a distanza di mezzo secolo Furor Mathematicus viene ripubblicato con una prefazione di Oretta Bongarzoni dalle edizioni di Ponte alle Grazie, nella collana "I rari", collana voluta e diretta da Luca Canali.
Si tratta – come scrive Elio Pecora – "di un' opera che lascia ammirati e stupiti per la circolarità della visione e per la mobilità del pensiero, ma anzitutto convince e trattiene per la chiarezza e la forza dell'umanità che vi si pronuncia e vi si cerca".
Una folta schiera di filosofi e di scienziati popola il libro di un Leonardo Sinisgalli costantemente in cerca di un dialogo tra scienza e arte, tra cultura scientifica e cultura umanistica.
Ispirato da due Muse in Furor Mathematicus Sinisgalli coniuga la leggerezza della poesia all'immobilità concreta dei numeri, degli algoritmi, delle fredde macchine. Con passione, con frenesia, con furore. Stupefacendosi e stupefacendo. Il tutto con un linguaggio fulgido di analogie che catturano anche il lettore meno disposto alla scienza.
Lo stralcio dedicato al nucleare è paradigmatico dei rapidi passaggi che compie dalla scienza alla filosofia e alla poesia, con toni straordinariamente attuali: "Potremo fabbricare gli ordigni più spettacolosi, potremo distruggere le rose, le nubi, i sorrisi, potremo impaurire una pecora o un cavallo, potremo distribuire al minimo prezzo tutti i beni e i servizi della terra. Chi ci toglie dalla testa che la felicità e la pace dell'anima non ci saranno mai vendute da nessuno a nessun prezzo? Esse ci costano e ci sono care. Costano a ciascuno di noi più di quanto costa tutto l'uranio del mondo. È una facile illusione credere che la nostra intelligenza possa spostare i termini dell'eternità".
La ripubblicazione di Furor Mathematicus è il grande ritorno di un poeta e uomo di scienza, erede di una sapienza di cui si è persa la memoria.
Dice Giuseppe Pontiggia: "Dietro ogni sua pagina c'è il bisogno di un sapere totale e indifferenziato e insieme il suo oblio in una sintesi ulteriore, che è la parola della poesia".
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