Non brucerò il suo ritratto
di Leonardo Sinisgalli
in Elsinore
A.III, n.19-20 (mar-mag 1966)
Restano sempre le cose più insignificanti
a sopravvivere, fourrures, souvenirs,
l’amante che ti morde l’orecchio,
il più sciocco, il più vecchio
ti gira intorno, ti guarda morire.
L’amore arrivò davanti a me
come un dannato.
Sceglieva per i nostri riti
le ore del mattino.
Voleva essere strozzato
in una gelateria vuota.
Sarebbe salito su un palco nudo,
alla gogna, colpito da pietre e flagelli
senza dolore, senza vergogna.
Ma i banditi d’amore vanno all’inferno.
Finché vivo, finché affogo
non brucerò il suo ritratto.
Parlerò col fuoco, parlerò col gatto
queste sere d’inverno.
Stampa | PDF | E-mail | Condividi su facebook