I ragazzi della Scuola di Cantù
di Leonardo Sinisgalli
in L'Italia letteraria
A.X, n.27 (7 lug 1934)
Sono quindici ragazzi che seguono un corso di plastica moderna alla Scuola Professionale del mobile di Cantù: il loro maestro è lo scultore Fausto Melotti, Egli ha tenuto a nasconderci i nomi dei suoi allievi, che noi avremmo voluto elogiare uno per uno.
Questi ragazzi espongono alla Gallerina del Milione bassorilievi, pitture e disegni, suscitando molte discussioni nel mondo artistico milanese: roba, insomma, per palati difficilissimi.
Certo è che la loro saggezza è veramente sorprendente, soprattutto il senso del contrappunto, che diventa poi nel loro sistema compositivo essenza di ritmo. Ragazzi, ci dice Melotti, che non hanno mai visto un Picasso o un Soldati: sono partiti, cioè, a creare con la mente; la qual cosa per noi non costituisce meraviglia, se Giambattista Vico nel capitolo dell'"oscurità delle favole" ne fece gia l'illuminazione più suggestiva. Si pensi a Giotto e al dolce stil nuovo, Nessuna preoccupazione di fare del racconto: essi si esprimono per immagini puntuali.
Paulhian, anni fa, tradusse per la rivista Commerce alcuni canti di selvaggi del madagascar: anche lì il sistema compositivo risultava da elementi analogici sorpendenti. Ma non vogliamo tirare in ballo troppe cose.
Noi siamo convinti che l'estremo dell'intelligenza è una chiarezza di viisone che è stata naturale della fanciullezza. "Il saggio non è che un fanciullo che si duole di essere cresciuto".
Questi ragazzi non credono neppure di fare dell'arte: forse pensano solo di diventare dei bravi artigiani. La loro intelligenza e la loro mano sono arditissime. Il mezzo espressivo ha per loro un valore soltanto provvisorio. E allora la vera difficoltà è tutta d'ispirazione. Un'ispirazione tutelata.
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