Sito ufficiale della Fondazione "Leonardo Sinisgalli"

Nuovi versi

di Leonardo Sinisgalli
in Inventario
A.IV, n.1 (gen-feb 1952)

 

LA VIGNA VECCHIA

Mi sono seduto per terra
accanto al pagliaio della vigna vecchia.
I fanciulli strappano le noci
dai rami, le schiacciano tra due pietre.
Io mi concio le mani di acido verde,
mi godo l’aria dal fondo degli alberi.

 

LA PIU' BELL'ARIA

La più bell’aria dell’anno
nel più bel sito, sull’erba
che recinge gli Elisi.
Per una visita ai morti
s’è mossa tutta la tribù:
le sorelle saracine, le rosse nipoti.
Trascinammo gatti e cipolle
davanti alla cappella dove giace
la spoglia di mia madre.
Ci sdraiammo come a mensa
intorno al suo corpo disseccato.
Chi prega e chi mangia e chi ti piange
madre. Chi cinge di fiori freschi
il tuo letto di cenere.

 

FIUME STORPIO

Appena si fa più ampio
il cerchio dei monti,
e la luce dilaga oltre i fervidi
orti di Pontecagnano,
il tuo richiamo roco
il tuo abbraccio in tanto lutto
fiume storpio
affettuoso Tanagro...

 

LA CIVETTA DELLA NEVE

Vengono anch’essi a scaldarsi
accanto al camino i vecchi Dei.
Viene intirizzita a chiederci asilo
la civetta della neve.

 

LO SCORPIONE

Come certi segni che sbucano
dai muri e dai soffitti
alla vigilia di gravi fatti,
come il lagno premonitore
di una tavola o di una trave,
la stella forcuta splende
a volte sul cammino.

 

ANTICHI GIUOCHI

Quando la chiesa è vuota,
chiusa a chiave,
i cani e i bambini si rincorrono
davanti al Convento.
I bambini dei nostri paesi
giuocano sul sagrato
con l’osso secco del castrato.

 

I RAGAZZI GRIDANO TUTTA SERA

I ragazzi gridano tutta sera
sulle rive del fiume.
A ogni scoppio di mina
fuggono come uccelli, ma per celia.
Poi tornano a sciamare
intorno ai martelli.

 

I TIZZI ALLEGRI

I tizzi ardono allegri
quando la casa resta vuota.

 

CAMERA DI RAGAZZO

Mi ricordo ancora
i versi che scrissi
alla pigra passiflora
quando il cuore tremava
al lamento notturno degli infissi.
Lungo l’inverno intero
coi piedi sulla brace
e la testa di ghiaccio.
Più pesante di fuori
era la neve io dentro
spegnevo le candele
e coi tizzi lucenti
stavo solo a far niente.

 

L'ARMONIOSO SONATORE

Batte i suoi martelletti sulle stecche
di legno l’armonioso sonatore.
Il breve suono è inghiottito
dal rumore dell’acqua.
Vedo le braccia secche,
il teschio controluce,
ma non riesco a sentir nulla.
I miei sensi sono ottusi.

 

IL GRIDO ARABO

Il grido nel cavedio
dove si accumulano
polvere e piume
tarantole e tedio,
il grido arabo delle rondini...

 

VOI MI CHIAMATE

Voi mi chiamate verso la luna
dagli abbaini di Bra.
«Siedi anche tu, bevi e ridi»
tra pipe e tarocchi e le scure
bottiglie di barbera. Dietro le spalle
i sonagli delle corti,
il gluglu dei tacchini,
la dolce tromba distrettuale.
Allungo il braccio a te Cordero
tra i fantasmi in subbuglio
nella notte cisalpina.
L’avete vista anche voi
la grande luna del 16 luglio?

 

15 Maggio 2021

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