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I faraoni

di Leonardo Sinisgalli
in Il Delatore
n.3,  ottobre 1959

La civiltà dell'Egitto è civiltà di fanciulli. Ai fanciulli non fa paura la morte. Farà paura perfino a Socrate, anche se riesce a sorriderci fino all'ultimo. Sorriso di vecchio. il vecchio dice cose sublimi ma salate, salate dalla bava che si raccoglie agli angoli della bocca. Socrate sorride, i Faraoni ghignano, gli adolescenti tubercolotici creduli nell'amore e nella morte. I bei fanciulli vestiti d'oro ma che sputano sangue, malati per eccesso d'amore, distrutti dall'amore per le madri e le sorelle. I greci laveranno le loro colpe nei teatri. Queste piccole regine nascondono i loro fetidi panni nei cofanetti di ebano. Qui l'incesto è naturale come tra i gatti le cui dinastie confuse somigliano alle dinastie faraoniche.Solo fanciulli così gracili di membra, così scarni di nuca, fragili di orecchie, potevano sognare questi colossali ritratti di granito. Ho guardato i loro sandali, le collane, i guanti, i bracciali. Hanno misure minime, i numeri degli adolescenti. Niente libri, storie scritte, soltanto figure. Ecco una civiltà a cui ripugna l'ordine, a cui nonservono le parole, ma pochi segni e le cose nascoste nei segni. Qualche gesti di tenerezza tra i tanti: l'infante che si attacca al polpaccio del padre, il pargolo che si nasconde sotto la gola di una vacca. E il ricordo di due sposi bambini. Lui vermiglio, se non proprio negro, lei ravvolta nello smalto come dentro il confetto.
Mi farà sempre pena la calvizie di questi ragazzi precoci che per nasconderla si coprono di sontuosi turbanti o di uccelli. Re puerili, ma sacri, come certi bambini storpi che si portano sulle gabbie dei santi nei paesi. I due ritratti di Nefertiti che si trovano al Museo hanno la pelle del viso tirata sul teschio, le labbra lunghe e schiacciate, la fronte tesa, il mento ristretto che sfugge sotto l'ugola. Se ricordo, l'uno è di pietra picchiettata, sale salice, l'altro di calcare. La bellissima regina è in déshabillée al Cairo, forse appestata; è pallida a Berlino, protocollare dentro la spessa maschera di lacca. Morbillo, carbonchio, lebbra, malattie dei figli e delle figlie del sole, malattie che sciupano l'epidermide, malattie di bambini guastati.
(1959)

05 Gennaio 2021

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