Centomani; Motivi dialettali
traduzioni di Leonardo Sinisgalli
in Il Politecnico
A.II, n.27, 30 marzo 1946
CENTROMANI di Valery Larbaud
A una scolta della strada ecco il funebre Basento
e la sterile provincia, la terra aspra, le nere
colline folte di boschi putridi.
Non c'è un albero sui desolati altopiani.
Squallidi anfiteatri e valli senza fiore,
dove stagnano, plumbee, le acque infernali
distolte delle crepe di lontane montagne di bitume:
erte in regni disabitati, senza strade, senza villaggi,
attorno a un lago Negro, dove sembra dimori eternamente
un lugubre e angoscioso crepuscolo d'inverno.
E' questa la rude Lucania senza un sorriso.
E, negli anfratti, la cupa Stige, i canneti scuri,
i cammini tortuosi aperti a tutti i venti.
Io ho dunque vissuto un tempo in basilicata
se i miei ricordi sono sncora così vivi.
A una svolta della strada ecco il funebre Basento...
(E' la ferrovia da Tito a Potenza;
le scarpate di brecciame, sollevano i binari
che portano i lenti e brulli e pesanti convogli
della Napoli-Taranto).
C'è una casa diruta di contadini,
una casa disabitata; una mano ha scritto sui muri,
in francese, due parole ironiche, Grand Hôtel.
La prateria, intorno, è pallida e grigia.
M'hanno detto che questo sito si chiama Centomani.
Io ci son venuto spesso nell'inverno del 1903.
Una parte della mia vita l'ho trascorsa qui,
dimenticata e perduta per sempre...
Alberi, rovine, terrapieni, canneti del Basento,
paesaggi neutri e a mala pena malinconici,
perchè con cento mani non sbarraste la strada
all'uomo che fui e che non sarò più?
1904
Da «Les poésies de A.O. Barnabooth»
MOTIVI DIALETTALI
Dalla bella raccolta di Laura Andretta: «La poesia popolare in Potenza ed in alcuni suoi Comuni», R. Università di Roma
Vieni alla finestra, serpa pinta,
figlia nera del carbone veramente.
Vieni cenciosa, occhipisciata,
testa forforosa, scarmigliata
che hai pidocchi grandi una ceresa.
*
Fugge l'acqua sopra la paglia
come fugge l'Onnipotente,
come s'allenta la tenaglia
ti passerà il mal di ventre.
*
Non voglio un pastore di vacche,
voglio un povero pecoraro perchè
se torna la mala annata
di ricotta m'ingrasserà.
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