Sito ufficiale della Fondazione "Leonardo Sinisgalli"

Aspetti del primo astrattismo italiano

di Leonardo Sinisgalli
in Avanti
9 luglio 1966

Questa mostra, attentamenta curata da Nello Ponente, cerca di ritrovare le coordinate di un movimento (tra Milano e Como) che divulgò utilmente in Italia le ricerche di Mondrian, Kandinsky, di Van Doesburg. Forme chiare e distinte: non per un richiamo all'ordine ma per un appello alla ragione. Scrive Ponente: «La particolare vicenda degli artisti lombardi fu prima di tutto una vicenda di coraggio e di sacrificio. Fu la protesta contro la mania degli «archi» e delle «colonne», contro i presunti valori della tradizione italiana assunti a pretesto da chi, avendo abbandonato ogni spirito di ricerca, cercava in un classicismo di maniera la giustificazione della propria incapacità di espressione». E ancora: «Non va dimenticato che quelli furono anni di fecondi contatti e di approfondimenti ideologici e culturali. La vicenda dei pittori e degli scultori seguì e si confuse con quella degli architetti rezionalisti». In questo clima di aggiornamento, questi pittori corrispondono a ciò che è stato in architettura il razionalismo, o in letteratura l'ermetismo. E allora Fontana e Licini e Soldati, come Terragni e Persico e Albini, come Ungaretti e Montale e Sinisgalli.
Ecco le diverse declinazioni dall'astrattismo. Le forme educate della Badiali, di Bogliardi, di Ghiringhelli, le timide sculture di Galli e quelle più sicure di Melotti e di Munari, le prime avventure di Licini, gli echi architettonici di Radice e Reggiani e Rho, le favole incantate di Soldati, l'industriosa divulgazione di Veronesi. Ma su tutti, Lucio Fontana già protagonista. Nelle taolette incise del 1931 c'è l'alternativa tra segno e materia, uno scavo che resta in  superficie, una allusione alle forme organiche, uno spazio «curvo» come è il mondo, tutto concentrato in un segno avvolgente e tortuoso. Un istinto «antigrazioso», da «primitivo di una nuova sensibilità»: Fontana è erede di Boccioni. Nessun inginocchiamento alla dolce-geometria di Kandinsky, alla bella-astrazione dei compagni milanesi; ma un tracciare, un solcare, un graffiare, un attorcersi, uno scontrarsi di forme e di forze. Impronte sulla sabbia sestinate a scomparire. Dire che in primo piano è questa dannata mano umana che solca il campo da figurare sapendo che esiste una perfezione ma che soprattutto esiste la imperfezione: la vera e unica scia dell'uomo.

14 Dicembre 2020

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