Poche righe da Silvio Ramat
Informazioni ufficiose ma sicure mi dicono che il volume degli “Oscar Classici” con tutte le poesie di Leonardo Sinisgalli si farà e, probabilmente, non troppo in là nel tempo. Quindi la Fondazione che a lui s’intitola e che si riunisce pubblicamente una prima volta il 15-16 settembre (senza di me, e me ne dolgo; ma un anomalo calendario accademico mi costringe a Padova) si è costituita al momento giusto. L’uscita dell’atteso volume sarà una delle molte occasioni di recupero critico e rilancio dell’opera di uno dei maggiori poeti del XX secolo, da molti anni irreperibile in libreria.
L’anagrafe comporta che io sia (temo) fra i membri della Fondazione quello che ha conosciuto Sinisgalli in data più lontana. Fu nel 1972, a Bologna, durante un convegno leopardiano. Della peculiarità dell’evento ho scritto da qualche parte. Ero abbastanza giovane ma per l’autore di Vidi le Muse nutrivo una passione già consolidata (e fra l’altro mio padre su “L’Italia letteraria”, credo nel 1936, ne aveva recensito le 18 poesie). Ebbi modo, negli ultimi anni della vita di lui, di vederlo ancora, nella sua casa romana; di ricevere sue lettere e doni preziosi, su tutti l’autografo di una lirica dei Campi Elisi; e perfino mi capitò di “laurearlo”, facendo parte di una giuria che nel 1979 gli assegnò un premio per Dimenticatoio.
Basta. Riavvito il rubinetto dei ricordi. Un saluto sincero a voi tutti e buone giornate in compagnia di Leonardo Sinisgalli, dei suoi corregionali, dei suoi amici e cultori!
Silvio Ramat
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