Due architetti registi
di Leonardo Sinisgalli
in Lo Stile
n. 28, Aprile 1943
Per quel poco che del cinema m'interessa, per il traffico che ho visto svolgersi sotto i miei occhi stando a contatto di registi, di operatori, di sceneggiatori, posso dire che una leva in massa di tecnici gioverebbe al cinema italiano più di tutte le iniezioni artistiche-filosofiche-letterarie. Ma che cosa io intendo per tecnici? Lo dirò con poche parole. I tecnici per me sono uomini (come Nizzoli, come Bill, come Moholy-Nagy) semplici e seri, fisici più che metafisici, artigiani più che artisti, dotati di un occhio vivo e veloce, di un gusto plastico particolare, di un piacere quasi infantile nel manovrare e nell'inventare macchine, costruire città, palazzi, quinte, paesaggi, mobili, scene, ecc. È una categoria di uomini che io paragono ai mastri comacini, uomini che hanno istinto, estro, diletto, che amano il loro mestiere come lo amavano i costruttori di cattedrali, e credono al potere illusionistico del cinema. Ho l'impressione che Frank Capra e Mamoulian siano stati fabbri, falegnami, vetrinisti, prima di diventare così importanti. Può darsi pure che abbiamo letto dei libri e visitato ville e musei; ma avranno fatto tutto questo con una curiosità né estetica né moralistica, diciamo con una curiosità poetica. (I nostri registi hanno mai passeggiato nel Parco reale di Caserta? Sono stati a Mantova d'inverno? Sono stati a caccia in Sardegna? Hanno costruito apparecchi radio da ragazzi? Sono stati mai a servir messa, a cercare nidi, more, lumache, da bambini?).
Castellano e Lattuada hanno cominciato a fare il cinema "in versi" (che è un po' come mettere in versi la chimica), a sbagliare il meno possibile, a tenersi nella regola. Avremmo voluto da loro più ispirazione e meno civetteria (Castellano), meno mutria (Lattuada). I loro film restano illustrativi, con una certa pulizia tra accademico e impressionista. Tra il vizio di Castellano e la virtù di Lattuada speriamo che il tempo ci dia modo di orientarci.
(Buttatevi all'aria aperta, amici miei, senza contraffare la natura, entrate nelle camere mobiliate senza spostare il lavandino, guardate in faccia gli uomini, e non mettete i baffi a quelli che non li hanno!).
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