Furor Sinisgalli, l'avventura delle due culture
Sono state due giornate memorabili, dense di studi, di riflessioni e di testimonianze su Leonardo Sinisgalli: un Leonardo del Novecento, per parafrasare il titolo del volume che Pristem/Storia della Bocconi ha voluto dedicare al poeta-ingegnere. Ma non sono mancate la musica, classica e popolare, il teatro e le incursioni lungo l'Agri, tra le vestigia dell'antica Grumentum o tra le brulle dune d'argilla tanto care a Carlo Levi.
Il Furor Sinisgalli ha voluto far propria la visione stereoscopica della cultura sinisgalliana; suggere l'energia cosmica di una vita tesa, senza "calcoli o fandonie", alla celebrazione della contaminazione, alla fusione dei saperi, alla ibridazione delle discipline.
Il Furor Sinisgalli è stato l'omaggio a Sinisgalli e all'amore tempestoso e travolgente per la Cultura, per ogni suo tentacolo, per ogni sua particella. Nei suoi mari non ci sono colonne d'Ercole da superare, non fiumi dai nomi biblici, ma un unico oceano, un'unica ansia, un'unica avventura, un unico furore.
Il furore di Sinisgalli ha ancora oggi un formidabile valore etico. Esemplare ed educativa è la sua famelica passione. Non c'è scampo alla poesia della curiosità, non c'è via di fuga per l' "incanto indescrivibile" che avvolge, per Sinisgalli, ogni cosa, indistintamente: dalle proprietà degli aggregati numerici alla sintropia di Fantappiè; dai fiori di piombo fuso raffreddati in un catino a Montemurro allo spazzino di via Parioli che gioca dietro una siepe a moscacieca con il Sole.
Sinisgalli ha amato la corda del funambolo, l'horror vacui, abbandonando la comoda rotabile dell'ermetismo, per una posizione originale ma solitaria, sicuramente poco apprezzata da una critica per niente avvezza agli sperimentalismi e agli sconfinamenti in territori stranieri e minati.
Nell'Età della luna dirà attraverso un eloquente e poeticissimo paradosso tecnico-scientifico: "La non-poesia è il territorio segreto della poesia. La geometria si ingrandì con la croce di Cartesio, positiva e negativa. L'algebra toccò il cielo con gli immaginari. Trovò una scrittura per le forze, oltre che per le forme, scoprì la metrica dell'invisibile. Diede all'occhio la possibilità di guardare oltre il reale, oltre lo zero, oltre il nulla".
È al Sinisgalli pioniere intrepido e solitario che ha battuto i sentieri spinosi o paludosi della conoscenza, che noi inchiniamo la fronte. Questa Fondazione lavorerà con lo stesso spirto guerriero, per restituirgli il giusto merito nella Storia del Novecento.
È una promessa. Ma soprattutto un debito.
Atti del convegno Intervento di Decio Cocolicchio
Saluti di Giuseppe Antonello Leone
Saluti di Nicola Giuliano Leone
Saluti di Silvio Ramat
Intervento di Biagio Russo
Slide dell'intervento di Mauro Bubbico
Interventi di Gian Italo Bischi
Intervento di Alberto Alberti
Intervento di Vito Mazzilli
Inverento di Maria Antonietta Di Mase
Intervento di Salvatore Sebaste
Download Comunicato stampa di presentazione
Comunicato per conferenza stampa
Comunicato stampa riepilogativo
Invito
Locandina
Manifesto
Rassegna stampaLa Gazzetta del Mezzogiorno, 15 settembre 2012
Il Quotidiano della Basilicata, 15 settembre 2012
Il Quotidiano della Basilicata, 15 settembre 2012
La Nuova del Sud, 15 settembre 2012
La Gazzetta del Mezzogiorno, settembre 2012
La Nuova del Sud, settembre 2012
La Gazzetta del Mezzogiorno, settembre 2012
La Nuova del Sud, 13 settembre 2012
La Nuova del Sud, 16 settembre 2012
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