Sito ufficiale della Fondazione "Leonardo Sinisgalli"

Dimenticatoio

Fiumi come specchi
I fiumi come gli specchi
sono intercomunicanti.
Agri Olona Verde Aniene
si mescolano al Livenza,
confondono le acque
della mia esistenza.

La fontanella sulla rotabile
La vena s'è ridotta a un filo,
il solleone la strozzerà.
Bevo le ultime gocce
ancora sapide di neve.
Ce ne vuole per riempire
la cavità della mani.

Nomi e cose
I nomi si sono scollati
dalle cose. Vedo oggetti
e persone, non ricordo
più i nomi. A piccoli
passi il mondo
si allontana da noi,
gli amici scendono
nel dimenticatoio.

Mestieri
Non ho ereditato mantici
morse martelli, solo aghi
e aghicelle. Il figlio del bottaio
ama le botti, il pastorello
le pecore. Sono un rifinitore.

Ricordo di Sandro De Feo
Pensa un verso per la mia morte,
scrivi che fui amico dell'aria,
mi piacque andare col libro aperto
a leggere nei giardini.
Voglio una lapide e un fiore
spiritoso nella spaccatura.

Il fosso di libritti
Era destino che avessi l'altarino
a picco sul fosso
davanti alla Chiesa del Soccorso.
Mangio, bevo, leggo, scrivo
in comunione con i morti.
Anche la latrina
ha una piccola finestra
che inquadra le croci sulla collina.

Un bel fuoco
Un bel fuoco
è una poesia riuscita.
Si sta incerti dell'esito.
Si può scegliere la legna umida
e sbagliare l'assetto dei ciocchi.
È una fortuna oltre che un merito
montare il dispositivo che scoppi
e tenga a lungo la fiamma
viva.

Bambino
Vien fuori col basilico
ficcato nell'asola,
sogna di avere una bella zia,
fare il discepolo del fabbro
e stare ore e ore a fischiettare
quando nevica.

Verrò a morire
Qui dovevo vivere
verrò a morire tra i ruscelli
le vigne le pietre
a forma di martello di cuore,
le pietre che chiamano "dinamiche"
perché sono state limate
nei millenni.

09 Dicembre 2011

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Leonardo Sinisgalli

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