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Sinisgalli intimo notte. Quando il poeta lavorava per la pubblicità

di Maria Corti
La Repubblica, 14 dicembre 2000

È giunta al Fondo Manoscritti pavese una donazione molto suggestiva: lettere del poeta Leonardo Sinisgalli inviate all'amico C. Cattaneo, dirigente negli anni Sessanta alla ditta di tessuti Bassetti, un insieme epistolare di 19 fogli, scritti abbastanza fittamente nel recto e nel verso, quindi complessivamente una trentina di carte manoscritte su fogli gialli o forse solo vestiti di tempo, su cui prende rilievo una scrittura di stilografica blu. Si ringrazia vivamente il destinatario donatore, dottor Cattaneo che ai manoscritti ha aggiunto una rarità bibliografica, una elegante edizione fuori commercio, Due poesie per la fine dell'estate (Trieste MCMLXIII, cm. 26x20), ornata da una acquaforte originale di Leonardo Sinisgalli con la nota: «il cui rame è stato distrutto; comprende 90 esemplari per i Soci dell'ALUT (Associazione Laureati dell'Università di Trieste), nonché 25 numerati da I a XXV». Il nostro è l'esemplare n. XIII, con dedica manoscritta «a Cattaneo con gli auguri per il 1964, Leonardo Sinisgalli, Roma dicembre 1963».

Gli incipit delle due poesie sono: «Torno alle mie storture e Mi riabituo / a sopportare il semibuio». Era un'epoca felice quella in cui i poeti ideavano messaggi pubblicitari; esempio contemporaneo fu quello di Vittorio Sereni alla Pirelli. E non si dimentichi che Sinisgalli era matematico e ingegnere oltre che grande poeta e fu dal 1953 al 1958 direttore di Civiltà delle macchine. Negli anni Sessanta, alternando la vita tra Roma e Milano, prese a dedicarsi anche alla pubblicità non perdendo mai di vista i rapporti fra arte, scienza e ricerche tecnologiche, dominato il tutto dal potere della sua ironia.

Il gustoso epistolario va dal giugno 1963 al novembre 1965 e vi prendono particolare rilievo cinque lettere molto lunghe a Cattaneo del giugno, luglio, settembre, ottobre, novembre 1963, l'anno del rapporto più intenso. Lo scrittore, per esempio, informa l'amico di essersi messo a rimuginare qualche motivo per le due serie di annunci imminenti: «avanzo alcune proposte sul Testo A per il lenzuolo dal nome Selene 4: Sarà parte del tuo tesoro / un lenzuolo nuovo, un tessuto favoloso. / Subito lavato, subito asciutto, / fresco, leggero. / Basta una carezza della mano / per farlo nuovo ogni mattina». Proposta per il Testo B dedicato a quattro lenzuola: «4 lenzuola per la donna d'oggi, / per la donna attiva, elegante, / per la donna dei tempi nuovi. Pronte per l'uso, finitissime / resistenti in una serie completa / di tessuti e di prezzi. / Bassetti / sovrana nella casa».

Commento epistolare di Sinisgalli: «C'è una più stretta litania delle virtù (per evitare ripetizioni sempre poco persuasive)... non mi suona bene né risultano chiari gli attributi "elegantemente finite, resistenti e finitissime". Ho cercato una soluzione: finitissime, resistenti, e spero che vada meglio come senso e come suono... Non so se il superlativo è canonico, ma sostituisce insieme i tre aggettivi: "elegantemente finite e finitissime", che è una frase un po' cacofonica in cui, tra l'altro, non mi riesce ad afferrare la differenza tra finite e finitissime; nell'insieme ho cercato di dare una stretta a tutte le viti: noi ci dobbiamo presentare sicuri di quello che diciamo, senza ripetizioni, senza balbuzie».

Molto acute e penetranti le riflessioni in più di una lettera sul «solito bivio tra retorica e persuasione». Sinisgalli ha dubbi sulle definizioni retoriche che dovrebbero «sfondare contro l'ipotetica incredulità dell'utente». Riflessioni che gioverebbero a molti pubblicitari; Sinisgalli crede più all'effetto di un linguaggio incisivo e magari ironico che non alla famosa persuasione per via retorica.
Assai divertiti e divertenti gli appunti e le indicazioni sulla lingerie o biancheria intima. Nella lettera del 10 settembre 1963 egli si preoccupa del fatto che «non basta presentare le camicie da notte addosso a una attrice o a una ballerina per beneficiare di pubblicità occulta. Il lettore o la lettrice non distingue a colpo d'occhio la lingerie Bassetti come distingue un'automobile o una bottiglia di verdicchio». E ancora: «Dovrei trovare una penna agile, casta e libertina a un tempo, pudica e impertinente! Irene Brin o Giulia Massari o la stessa Gianna Manzini per quanto riguarda l'ambientazione delle belle di notte».
Il poeta si è ricordato della richiesta di nomi per la nuova serie di camicie da notte e inserisce in un'altra lettera (9 maggio 1964) qualche fantasioso suggerimento: nomi di farfalle notturne (Vanessa 001, Vanessa 002, Vanessa 003), nomi di stelle (Sirio 001, Sirio 002 ecc.) o quelli delle orchidee (Cattleya 001, Cattleya 002). Commenta: «Credo che siano direttrici ragionevoli. Non mi dispiacerebbe una serie Angelo (ma non litighiamo con i teologi!). E neppure la serie jeunes filles, Albertine, Gilberte (non può, tra l'altro, offendere le tardone). Altre vie, esplorate, diventano pericolose o astruse)».
Propone anche nomi di profumi, titoli di romanzi celebri, di film famosi, di canzonette. Suggerisce che il campionario moderno della Lingerie Bassetti, dato che la Bassetti vuol vestire i sogni della gente, si chiami Una visita in sogno.

Leonardo Sinisgalli, da frequentatore dell'universo immaginario punta a fotografare i colori della luna piena: «Non c'è più bisogno di mostrare la merce. Stringerei il binomio NotteBassetti. E tentiamo una presentazione nello stile newdadà, vale a dire mettiamo a picco la macchina fotografica e ribaltiamo la tavola sulla pagina... Mi pare un gioco di prestigio. Bisogna che Mulas si arrampichi ai lampadari per riprendere dall'alto, sulla verticale 0 (il centro), la tavola imbandita con bicchieri, piatti, forchette, bottiglie. Una natura morta nello stile newdadà, appesa, libera dalla gravità. Caro Cattaneo, se hai tempo, dimmi qualcosa su questi propositi».
Sinisgalli lega nel suo discorso epistolare il concetto di «confezione» a quello mentale di concezione, nella linea del buon gusto: «vestite per la notte, vestite per le stelle, vestite per sognare».
Il poeta riflette che il testo descrittivo della lingerie «bisogna farlo bollire in qualche modo, trasformarlo in vapore o estrarne la crema (se più ci piace la fisica o la chimica)». Si accompagnano alle lettere fogli con serie di motti, massime, apoftegmi; si può usare per Sinisgalli una vecchia affermazione: anche quando l'uccello cammina, si sente che ha le ali.

In luogo di considerarlo un valente pubblicitario, io credo che Leonardo Sinisgalli porti in queste lettere una serie di prove palmari a una definizione seria del poeta.

11 Febbraio 2012

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