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Il documentarista

quadernodigeometria

Contemporaneamente alla chiamata di Luraghi nel 1948 alla Pirelli, realizza un sogno. Grazie alla disponibilità dei suoi professori, Severi e Fantappié, gira un documentario scientifico, una sorta di «Quark» ante litteram, dal titolo Lezione di geometria, sui solidi "superiori" di gesso, di cartone, di filo, conservati nel Seminario di matematica. Sono le forme di una geometria "barocca", non euclidea, che spesso si trovano in natura, in una chiocciola, in un seme, in un cristallo di neve. Il cortometraggio, in collaborazione con Virgilio Sabel e prodotto dalla Lux film, viene premiato al IX Festival Cinematografico di Venezia nel 1948. L'inno alle matematiche di Lautréamont che apriva il Quaderno di geometria del 1936, è ora una voce fuori campo che accompagna i primi fotogrammi. La lumaca è protagonista...

millesimodimillimetro

Nel n. 2 di Comunità[1] del 1949, poche righe, ma tante immagini, annunciano il premio ottenuto. La didascalia, non firmata da Sinisgalli, commenta le spirali fotografate, "degne porte d'ingresso a una città atomica". E riconduce al poeta il merito di aver proposto "quei figli della natura – quelle forme – che i nostri occhi hanno mai calcolato" e di aver reso la lumaca, "una grande attrice" che "si muove sinuosa tra quei piani di luce, tra le scese dolcissime e lunghe delle spirali segnate sui fogli, sulle scene...".
Il documentario, promosso dal forte desiderio di Sinisgalli di divulgare argomenti limitati alle specole degli scienziati, è premiato alla Mostra del Cinema di Venezia agli inizi di settembre. Stessa fortunata sorte avrà Millesimo di millimetro, cortometraggio, anch'esso scientifico, che gira insieme a Virgilio Sabel e che di nuovo vince alla Mostra del Cinema del 1950. L'attenzione questa volta è rivolta ai micron e alla precisione delle macchine.

Tra le altre esperienze del genere ci sono due documentari, mai resi pubblici: "Dalla A alla Z" e "La vita silenziosa" (alcuni testi parlano erroneamente di "La soffitta"). Di quest'ultimo si parla sulla rivista «Cinema», nel n. 53 del 30 dicembre 1950 e del progetto destinato ai frequentatori delle sale cinematografiche italiane e internazionali. «Documento mensile» doveva avvicinare gli scrittori e gli artisti italiani alla macchina da presa e al cinema. L'idea di un giovane milanese, Riccardo Ghione, era quella di portare sul grande schermo la terza pagina di un quotidiano. Produttore era Marco Ferreri, il famoso regista oggi scomparso. I 300 metri di pellicola dovevano contenere 2 o 3 pezzi, per un totale di 10-12 minuti. Doveva trattarsi di servizi, inchieste, storie, osservazioni umoristiche e fantastiche, opinioni ecc. Le adesioni furono molte sia tra gli artisti (oltre a Sinisgalli, Moravia, Malaparte, Quasimodo, Zavattini, Guttuso), sia tra i registi (De Sica, Visconti, Lattuada, Rossellini), sia tra gli stranieri (Chaplin, Picaso, Prévert e lo psicanalista Jung). Il primo numero della rivista vedeva una straoridinaria triade: De Sica, che girò "Ambienti e personaggi", Antonioni "Vertigine" e Sinisgalli appunto con "La vita silenziosa", girata a Bra dove si era arrampicato per riprendere un ripostiglio di oggetti in pessimo stato (scarpe, rottami ecc) ma composti in studiati o casuali accostamenti plastici, irriverenti nature morte.

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Del 1952 è Il cappotto, tratto da Gogol, regia di Lattuada; Sinisgalli collabora alla stesura della sceneggiatura. Protagonista Renato Rascel.

Acrobaticamente, nel 1954, Sinisgalli, figlio del fuoco, fuse da buon metallurgico le conoscenze scientifiche universitarie con la poesia e le tecniche di ripresa cinematografica, dirigendo una collana di «Scienza e poesia». Sceneggiatore e regista fu Giulio Briani (fotografia di Giuseppe Sebeste), straordinaria figura, ma poco ricordata, che collaborò con «Civiltà delle macchine» interessandosi di Cinema, di arte e di tecnica, ma anche della relazione e del vantaggio che la scienza, per la prima volta, poteva trarre dalla ripresa cinematografica[2].

Uscirono dieci cortometraggi a colori: "Il tempo", "Le misure", "330 al secondo", "Eternamente inquieta", "Il mondo alla rovescia", "Incredibile ma vero", "Le macchine non fanno paura", "I segreti dell'acciaio", "Gli specchi", "Magia dell'elettricità".
Sulla rivista vennero pubblicate, anche a colori, a commento dell'articolo di Briani, alcune foto: la microfotografia di un acciaio quaternario, le diatomee al microscopio (1:3333), le sinusoidi di un'onda sonora, le strutture di una molecola.

A completamento di questa nota relativa al rapporto di Sinisgalli con il cinema, va detto che in una ricerca elettronica, fatta alla Cineteca dell'Istituto Luce, con la chiave di ricerca "Sinisgalli" sono comparsi altri documentari del 1955-1957: "L'orafo", "Il rilegatore del libro", "Il restauratore del libro", "Il calligrafo"; "Metallo liquido", Il mosaico", "Il legno", "Il vetro industriale".

 

[1] "Lezione di geometria", a. III, n. 2 marzo aprile 1949, pp. 70-71. Il testo che spiega la motivazione scientifica e la finalità divulgativa del documentario è sintetico come una formula algebrica, ma denso di significati: "Il cammino che noi percorriamo non è il più breve, ma è l'unico che ci porta a riconoscere la grande astuzia della creazione. Queste forme dell'assoluto hanno le radici, le spine, le fondamenta sul corpo del creato: nelle forme apparentemente più assurde ritroviamo la natura. Il corpo umano, le ossa dell'uomo, le giunture delle membra dell'uomo, hanno una figurazione che ci può apparire più cara, meno miracolosa forse, ma più degna di riverenza. È la sapiente conformazione delle giunture che ci dà stabilità, libertà di movimento. Anche le ossa, come i fiori, hanno la loro formula. I nostri occhi sono abituati a vedere forme regolari e la nostra mente a giudicarle come nate da un calcolo e non da un capriccio, così come da un calcolo nascono l'elica e le ali di un aereoplano. È così che l'uomo utilizza le stesse leggi che governano una goccia d'acqua, una lacrima".

[2] G. Briani, "Cinema, Tecnica, Arte", in Cdm, 1955, n. 4, p. 55 e segg.; e "La scienza all'obbiettivo cinematografico", 1955, n. 4, p. 33 e segg. Di Sinisgalli si è già detto dei due documentari con cui aveva vinto la IX e la X edizione della Biennale di Venezia del 1940 e 1950: "Lezioni di geometria" e "Millesimo di millimetro". Tra le altre esperienze del genere ci sono 2 documentari, mai resi pubblici: "Dalla A alla Z" e "La vita silenziosa" (alcuni testi parlano erroneamente di "La soffitta"). Di quest'ultimo si parla sulla rivista «Cinema», nel n. 53 del 30 dicembre 1950 e del progetto destinato ai frequentatori delle sale cinematografiche italiane e internazionali. «Documento mensile» doveva avvicinare gli scrittori e gli artisti italiani alla macchina da presa e al cinema. L'idea di un giovane milanese, Riccardo Ghione, era quella di portare sul grande schermo la terza pagina di un quotidiano. Produttore era Marco Ferreri, il famoso regista oggi scomparso. I 300 metri di pellicola dovevano contenere 2 o 3 pezzi, per un totale di 10-12 minuti. Doveva trattarsi di servizi, inchieste, storie, osservazioni umoristiche e fantastiche, opinioni ecc. Le adesioni furono molte sia tra gli artisti (oltre a Sinisgalli, Moravia, Malaparte, Quasimodo, Zavattini, Guttuso), sia tra i registi (De Sica, Visconti, Lattuada, Rossellini), sia tra gli stranieri (Chaplin, Picaso, Prévert e lo psicanalista Jung). Il primo numero della rivista vedeva una straoridinaria triade: De Sica, che girò "Ambienti e personaggi", Antonioni "Vertigine" e Sinisgalli appunto con "La vita silenziosa", girata a Bra, dove si era arrampicato per riprendere un ripostiglio di oggetti in pessimo stato (scarpe, rottami ecc) ma composti in studiati o casuali accostamenti plastici, irriverenti nature morte. Del 1952 è Il cappotto, tratto da Gogol, regia di Lattuada; Sinisgalli collabora alla stesura della sceneggiatura. Protagonista Renato Rascel. A completamento di questa nota relativa al rapporto di Sinisgalli con il cinema, va detto che in una ricerca elettronica, fatta alla Cineteca dell'Istituto Luce, con la chiave di ricerca "Sinisgalli" sono comparsi altri documentari del 1955-1957: "L'orafo", "Il rilegatore del libro", "Il restauratore del libro", "Il calligrafo"; "Metallo liquido", Il mosaico", "Il legno", "Il vetro industriale".

10 Febbraio 2012

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