Il traduttore
L'attività traduttrice di Leonardo Sinisgalli è certamente marginale rispetto ai suoi tanti interessi e impegni, cionostante è l'ennessima dimostrazione della sua grande versatilità. Inizia a ridosso del 1945, a fine guerra, e non per necessità, e copre un arco temporale pochi anni, fatta eccezione per un'incursione traduttiva sul finire degli anni Cinquanta, con la traduzione di un'opera di Green.
È possibile l'influenza di Giorgia de Cousandier, giornalista e traduttrice a sua volta, che si legherà a Sinisgalli proprio in questo periodo. L'usignolo e la rosa (Oet, Bottega dell'antiquario, Roma 1946) è infatti il titolo delle fiabe di Oscar Wilde, tradotte da Giorgia in italiano pubblicate nel 1946. E la presentazione, 1 dicembre 1945, molto intensa e personale, è di Leonardo Sinisgalli che la dedica alla baronessa e ai suoi tre figli. Le tavole sono di Domenico Purificato.
L'interesse sinisgalliano è rivolto alla letteratura francese, come si evince dalle sue traduzioni:
Baudelaire nei saggi di T. Gautier, G. B. D'Aurevilly, Sante-Beuve, Oet – Edizioni del secolo, Roma 1945 (la data è incerta, in quanto non riportata nel volume).
Ragazzi senza età, di J. Cassou, Quaderni di "prosa", a. i, n. 1, 1945.
Centomani, di V. Larbaud, su "Il politecnico", a. II, n. 27, 1946 (poi in Poeti stranieri del '900 tradotti da poeti italiani, Scheiwiller, Milano 1955, ora in Appendice, ad A. Di Silvestro, Leonardo Sinisgalli fra scrittura e trascrizione, Olschki, Firenze 2005.
Il riso, il comico, la caricatura, di C. Baudelaire, Oet – Edizioni del secolo, Roma 1947.
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