Il poeta
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I nuovi Campi Elisi I versi di questa raccolta vengono spogliati del pesante armamentario di metafore e analogie. Il linguaggio diventa scarno, flessibile. Liberatosi dalla retorica decadente degli esordi, acquista un maggiore vigore. La voce è quindi più limpida, più affettuosa, più pietosa. Il vivo realismo conferisce al verso una cadenza prosastica. I versi si allungano in un riposato lamento soprattutto nelle lunghe 5 elegie che aprono il libro. Sono gli anni della guerra e del dolore per la perdita della madre e della sorella, Sara. La Lucania da dolce provincia dell'Agri, si trasforma in dolorosa provincia. Affiora il tema orfico-demoniaco. La materia è sempre meno pura. leggi le poesie |
La vigna vecchia Dai versi reticolati, passò, a partire dagli anni Cinquanta a versi corti, mozzando così le "penne del Cigno trionfale" come ebbe a dire di sé. Compariranno suoni più aspri, ridde di doppie, nomi comuni (sterco, fimo, ruggine), congiunzioni e verbi consueti. Nella Vigna vecchia la poesia è rosa dal tarlo dell'essenzialità, affiorano schegge "brevi pezzi di uno Strawinski", dirà Contini. È al limite della prosa. leggi le poesie |
L'età della luna Si tratta di una raccolta di prose e poesie. Un libro della crisi dove forte è il desiderio di riflettere. La Musa e l'ispirazione sono ormai vecchie decrepite. Affiora una stanchezza esistenziale, "abbiamo l'età della luna". Infanzia e memoria sono sempre più distanti e sempre meno consolatorie. La prosa, anch'essa dal fondo meditativo, è ironica ed elegante. leggi le poesie |
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Il passero e il lebbroso Iniziano per lui anni difficili: l'infarto prima, i problemi di Filippo, la malattia della moglie. Il crescente pessimismo, che nasce da una condizione di solitudine e di emarginazione, e da un desiderio mai domo di felicità ("Il passero e il lebbroso") sfoga in una cronaca quotidiana che registra umili eventi, disagi dell'esistere, oggetti poveri come fossili. A fargli compagnia restano le mosche, il dialogo con il nulla. In un mondo contadino che scompare Sinisgalli parla con ciò che resta della propria infanzia e del proprio presente. leggi le poesie |
Mosche in bottiglia Aumentano, in quella che è ormai la stagione della dimenticanza, la lentezza e la fatica. La materia diventa sempre più povera, così come sempre più malinconiche sono le poesie. Forte è la delusione per un Sud che non è più lo stesso ("Insegna") e per amici che fanno finta di non riconoscerlo ("Il grande amico"). Gli umori acri a volte diventano sarcastici. Prevale l'enumerazione. Restano schegge, meteore, formule stremate, ma altamente sapienziali. La riduzione del reale è ai minimi termini. L'antieloquenza si accentua (non un gesto di più, non una parola di più); gli esseri e gli oggetti sono quotidiani e transitori in un asciutto rigore artigianale. Qualche barlume si intravede laddove ritorna alle scienze matematiche. Un'intera sezione è dedicata a Galileo, Cartesio, Goethe, Schopenhauer. Vince il premio "Viareggio". leggi le poesie |
Dimenticatoio È il regno disseccato di memorie. La morte di Giorgia esaspera le tendenze in atto da qualche anno. Allinea. Nelle prime poesie prevalse lo spirito geometrico (il senso della mmisura e della posizione) cioè il rispetto della simmetria e dell'uniformità. Dalla fine degli anni Cinquanta è cominciato il cedimento. All'esattezza e alla similitudine, viene a sostituirsi la "connessione". Lo spazio si accontenta dell'inerzia degli oggetti". leggi le poesie |
Infinitesimi Infinitesimi, come dice Giuseppe Tedeschi, nella postfazione, è il titolo e il progetto di una raccolta poetica programmata dallo stesso Sinisgalli nelle settimane prima che l'infarto lo colpisse il 31 gennaio 1981. Il manoscritto a cui il curatore del volume si è attenuto è datato 13 novembre 1980. Le poesie dovevano essere pubblicate nella collana" Lo specchio", della Mondadori. Dovevano raccogliere testi editi (già pubblicati in edizioni di nicchia) e inediti composti tra il 1979 e la data della sua morte. "Infinitesimi contiene, in buona parte, i versi della pena finale e i caso, del rimuginato distacco... In ogni caso Sinisgalli, pur in tante penose traversie familiari, con relative stanchezze personali, è sempre riuscito a depurare ad ogni vittimismo anche i versi di preludio alla morte" (G. Tedeschi). leggi le poesie |
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Come un ladro L'opera è composta da quattordici poesie, raccolte sotto il titolo di Come un ladro, e da tre acqueforti dell’autore che seguono i testi.
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