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Leonardo Sinisgalli, l'arte e le macchine

di Giovanni Russillo
In Arte Multiversi, A.VII, n.3/4 (mar-apr 2011)


Era il 1962 quando Alitalia lanciava su scala mondiale la campagna pubblicitaria "Bambini e jet". L'intento dell'azienda era quello di promuovere in modo del tutto innovativo la qualità e la convenienza del viaggiare sui suoi aerei. II progetto prendeva le mosse da una felice intuizione di Leonardo Sinisgalli, l'ingegnere, poeta e pubblicitario lucano che all'epoca dirigeva l'ufficio pubblicità della compagnia di bandiera italiana: perché non impiegare per l'occasione la fantasia del disegno infantile al posto di immagini più comuni ma di minore impatto emotivo? Fu così che diversi gruppi di scolari furono accompagnati negli aeroporti per osservare gli aerei da vicino e alla fine il risultato fu straordinario: disegni coloratissimi di aerei naif dalle forme più bizzarre divennero i soggetti di questa campagna originale e di enorme successo con la supervisione dello stesso Sinisgalli in veste di art director.

A trent'anni dalla morte, l'intellettuale originario di Montemurro (Potenza) stato scelto come simbolo della Basilicata in occasione della Mostra delle Regioni, in corso di svolgimento a Roma.

Un'occasione preziosa, questa, per approfondire molti aspetti di una delle figure più rilevanti nel panorama culturale del Novecento italiano. II contributo di Leonardo Sinisgalli non si esaurisce in ambito letterario ma va ben oltre. La sua abilità nel coniugare razionalità e fantasia, la sua propensione a far dialogare scienza e valori umanistici ne fanno un comunicatore dal linguaggio dirompente, chiamato a scrivere negli anni del dopoguerra, con il decollo del settore industriale, pagine importanti per l'immagine di alcune delle più importanti aziende italiane tra cui Pirelli, Alfa Romeo e Olivetti.

La scoperta del disegno infantile da parte dell'artista esprime solo uno dei molteplici aspetti della sua personalità originale ed eclettica. Tra il 1953 e il 1958, durante la sua felice esperienza editoriale come direttore della rivista Civiltà delle macchine, Sinisgalli aveva già avviato un progetto che vedeva coinvolte intere scolaresche di bambini insieme ad artisti e filosofi. Invitandoli a visitare alcune importanti fabbriche italiane, Sinisgalli aveva affidato loro il compito di descrivere il mondo delle macchine e la freddezza degli ingranaggi in un'ottica che non poteva non rivelarsi originale e sorprendente, proprio in quanto a quel mondo erano del tutto estranei. Gli articoli e le tavole realizzati dopo le visite venivano poi pubblicati sulla rivista, che si arricchiva così, oltre che dei disegni dei bambini, del prezioso contributo di artisti come Mafai, Manzi e Gentilini.

Negli anni del boom economico questo straordinaria forma di racconto dell'universo scientifico rispondeva ad un bisogno crescente di intendere la cultura nel senso più ampio del termine. II progresso scientifico si avviava a grandi passi a diventare giorno dopo giorno parte integrante di una società in continua crescita. Anche in questo risiede la grandezza di Sinisgalli, nell'esser stato tra i primi ad aver compreso che con quel mondo bisognava ben presto imparare a convivere.

30 Aprile 2011

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