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L'uomo prostistorico

A.VI, n.1 (gen 1958)

 

Lewis Mumford, che ama definire la sua funzione nel mondo contemporaneo come «filosofia» sociale, è già ben noto al lettore italiano che ne ha letto «La Cultura delle Città», nella traduzione italiana curata per Comunità, e in alcuni brani significativi pubblicati da «Civiltà delle Macchine». Sebbene la sua preparazione e competenza nel campo dell’architettura e la rubrica «Skyline», che egli tiene sulla rivista «New Yorker», lo abbiano reso familiare a milioni di lettori come critico di architettura, Mumford ha scritto e agito nei campi dell’educazione, della politica, della religione e della filosofia. Finora il suo maggior contributo filosofico è la monumentale serie di volumi della «Renewal of Life» (Tecnichs and Civilisation, The Culture of the Cities, The Condition of Man). In queste opere egli ha presentato un vastissimo quadro sociologico, unico nella nostra epoca: un lavoro colossale per il quale Mumford è stato additato come il vivente continuatore di Emerson, di Whitman e di James. C’è stato anche chi ha giudicato la particolare forma di Mumford - che partecipa della poesia, della saggistica, della filosofia e delle scienze - come «confusa, oscurantista combinazione di grandioso e di banale». Tali critici non hanno certamente compreso un sistema essenzialmente intuitivo espresso mediante l’appassionato discorso che potremmo dire messaggio. Vichiana è certamente la recente opera di Mumford. «The Transformations of Man», della quale vengono qui presentati alcuni brani di un lungo capitolo. Il volume appartiene alla collezione dell’editore inglese George Allen & Unwin Ltd, che riunisce opere di «prospettiva mondiale» di autori come Maritain, Adenauer, Radkakrishnan. Come Mumford ha scritto all’autore della presente traduzione, «The Transformations of Man» nacque in origine da un tentativo, durato tutta una primavera, di esporre in un unico volumetto le principali idee della fondamentale serie della «Renewal of Life». Benché fossero già state scritte le prime quattrocento pagine del manoscritto, Mumford rinunciò al suo proposito poiché non era soddisfatto della forma che aveva scelto. Un mese dopo, si accinse a scrivere un volumetto per la serie delle Prospettive Mondiali e dopo tre settimane non solo aveva scritto la completa stesura di «Trasformations», ma si era anche accorto che aveva conseguito, per un misterioso aiuto del suo inconscio, quella forma che non era riuscito a realizzare nel manoscritto abbandonato. «Sebbene “The Transformations of Man”, sia, per quanto riguarda il materiale, del tutto comune, essa presenta nel suo ordine e correlazione quella che mi sembra una filosofia della storia e dello sviluppo umano più sana di quanto finora era a disposizione…». Singolarmente illuminante è una considerazione contenuta in quella stessa lettera: «… in effetti imparai tanto, nell’atto di riscrivere, che mi piacerebbe riscrivere tutti i libri della mia serie per poter sfruttare le mie nuove intuizioni…».

Mumford interpreta il cammino percorso dall’uomo, sulla terra e la sua meta da eternità a eternità come una serie di movimenti consecutivi che da un’origine seguono all’infinito un andamento parabolico con un massimo e una fase discendente ossia come onde che battano uno scoglio sempre più in alto. Dall’animale all’uomo, dall’uomo arcaico alla società primitiva, dagli albori della civiltà all’«uomo assiale», che ha democratizzato il cielo delle grandi religioni, dalla contemplazione del Mondo Vecchio alla emergenza del Mondo Nuovo, dall’utilitarismo al positivismo scientifico, il baricentro del messaggio di Mumford insiste sulla critica, solo apparentemente eccessiva, di una traiettoria che sembra il logico sviluppo dell’uomo contemporaneo verso il prossimo uomo «postistorico». Alla «crisi», al «vuoto» Mumford apre la speranza indicando i segni di una era migliore che, a suo avviso, sta già maturando. Un nuovo modo di vivere tanto radicalmente differente dall’attuale quanto i templi egizi delle caverne. Crediamo opportuno, in questa fase di recrudescenza tecnicistica riproporre ai nostri lettori le pericolose prospettive di un mondo che chiede alla scienza sempre nuovi strumenti di dominio e di distribuzione.

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10 Ottobre 2023

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