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Fabbro in Australia

IV, n.4 (lug-ago 1956)

 

Gli Australiani stanno scoprendo il precompresso, «Australia can do it», l'Australia può farlo, dicono i ritagli che ci ha mandato da Edgeclif f (Sidney) l'architetto friulano Rinaldo Fabbro, il 34 - year-old advocate del nuovo modo di tenere coi fili anziché col ferro le strutture di cemento. «Immaginavo l'Australia come un paese giovane — scrive Fabbro — pieno di possibilità, libero da ogni vincolo col passato. Mi trovai ad urtare contro il muro di regolamenti urbani portati qui dall'Inghilterra nel passato. Nei primi tempi ho cercato invano di passare tra le maglie di queste regole antiquate. Ad un certo punto, dopo essere stato abbandonato dalle Autorità civili, anche i fornitori che non comprendevano quello che stavo facendo e che pensavano non riuscissi nell'intento, mi lasciarono senza materiali. Così dopo essere riuscito a provvedere a forza di pene tutto quello che mi occorreva, aiutato da quattro fedeli friulani, ho mescolato con le mie mani il cemento assieme agli operai per raggiungere la forza voluta, ma la costruzione è giunta felicemente a termine ed è oggi considerata un esempio notevolissimo di architettura e di ingegneria di avanguardia».

Si tratta del negozio di automobili del signor Peter Lloyd di Chatswood, con una pensilina retta da travi sporgenti di 40 piedi e mezzo di luce. L'Australia è affetta da una cronica mancanza di ferro? Ecco l'architetto Fabbro che spiega, with wide shoulders, spalle larghe e occhi scuri, a Elizabet Riddel di «People» che tutti abbiamo fatto, almeno una volta, un po' di precompresso nella vita. Per esempio, quando si prende un gruppo di volumi in mano. Uno alla volta sono senza tensione, presi tutti una volta e stretti dalle mani essi hanno non solo la forza di tenersi insieme ma anche di sostenere qualche altra cosa. Questa è la vecchia versione Freyssinet del precompresso per le famiglie del Queensland.

Fabbro era già stato inviato in Italia dalle Clyde Industries assieme al Ministro delle Costruzioni del Queensland, e ad alcuni alti funzionari della Snowy Mountains Authority, per iniziare con la ditta Legnami Pasotto di Brescia trattative per la fornitura di 1000 edifici e case prefabbricate. Si mise nella nuova impresa alla condizione che tutti gli addetti all'erezione degli elementi prefabbricati dovessero essere friulani. Riuscì, così, a far andare laggiù fin dal 1951 circa trecento operai dei suoi paesi, uomini che in ogni circostanza sono disposti, se necessario, a dare un aiuto e a sostenere le idee di chiunque, purché sia friulano. «Sine qua non», siamo qua noi, dissero per scherzo i muratori di Magnano emigrati laggiù quando seppero che i loro compagni di Buia avevano costruito a Lignano la città vergine. Guidati da Fabbro anche loro vogliono costruire adesso a Mont Pleasant, vicino a Camberra, la Lignano di Australia. «Pur lontani da tutti e senza consiglio — conclude pateticamente Fabbro —sappiamo ugualmente mostrarci degni della nostra terra». Siamo ancora alla secolare aspirazione degli emigranti, che è quella di rifare il mondo che hanno lasciato, in questo caso la situazione è però migliorata: «al nuovo mondo non portiamo il vecchio, ma nuovissime notizie».

04 Settembre 2023

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