Convegno sulla Teoria dell'Informazione
III, n.6 (nov-dic 1955)
Nelle aule dell'antica Royal Institution si è svolto a Londra, dal 12 al 17 settembre, il terzo «Symposium on Information Theory», organizzato dall'Imperial College of Science and Technology. Vi hanno partecipato oltre duecento specialisti di quindici nazioni, compresa l'U.R.S.S., e sono state discusse una trentina di relazioni, raggruppate intorno a temi che vanno dalla trasmissione di informazione con gli ordinari sistemi elettronici della radio e della televisione, alla traduzione e dettatura meccanica, dalla riproduzione automatica di funzioni del sistema nervoso, alla semantica ed alla cosiddetta teoria dei giuochi. Il termine «cibernetica» è stato usato con parsimonia, ma lo spirito della interscienza così battezzata da Wiener era presente in molte delle ricerche i cui risultati hanno costituito oggetto del convegno. Oltre a noti cultori della Teoria dell'Informazione vera e propria (come Bell, Booth, Gabor, Jackson, Uttley, Wilkes, Wiesner, Van der Pol), erano presenti infatti diversi rappresentanti della tendenza ad estenderne le applicazioni dal campo delle calcolatrici elettroniche a quelli della biologia, della psicologia e del linguaggio: da Couffignal e Mc Culloch a Hick, Bar - Hillel, Mac Kay, Oettinger, Quastler e Stumpers.
Il matematico Spencer-Brown ha discusso criticamente le famose ricerche dei «parapsicologi» Rhine e Soal sulla percezione extra-sensoriale e l'effetto psicocinetico, mostrando come in termini di statistica si possa giustificare una serie «anomala» di colpi fortunati alla roulette od altri giuochi, senza ricorrere all'ipotesi di una divinazione o influenza magica da parte del giuocatore.
Wall, Lettvin, Mc Culloch e Pitts hanno presentato i risultati delle loro ricerche sui fattori che limitano la capacità massima di trasmissione di impulsi da parte di un sistema afferente di fibre nervose; Licklider ha fatto il punto sulle teorie dell'udito che vanno sostituendo quella classica di Helmholtz ed Allanson ha ricavato matematicamente, da ipotesi semplificative, alcune proprietà delle reti neuroniche studiate da Adrian, Lashley ed altri fisiologi.
Un interessante modello funzionale dell'attività del sistema nervoso è stato realizzato da W. K. Taylor, riunendo in vario modo più unità che singolarmente riproducevano alcune caratteristiche delle cellule nervose viventi e dei recettori sensori; ne è risultata la possibilità che l'insieme «reagisca» a determinati stimoli in maniera corrispondente ad un «apprendimento per associazione» da parte delle unità così riunite.
Un esperimento pressoché ovvio, ma forse mai realizzato davvero con spirito scientifico, è stato intrapreso da Van der Pol per determinare fino a qual grado si deforma il significato di un testo in una serie di traduzioni che, per esempio, lo «riflettano» varie volte dall’inglese al francese e viceversa, senza che ciascun traduttore abbia conoscenza delle precedenti versioni. Nel campo della traduzione meccanica, è apparso interessante il conforto fra i metodi finora usati negli esperimenti del M.I.T. e di altre università americane su macchinario I.B.M., ed il metodo «operativo» proposto dagli italiani Ceccato e Maretti al fine di tener conto della struttura basilare comune alla maggior parte delle lingue in uso.
Gli esperimenti di D. B. Fry e P. Denes, per il «riconoscimento» meccanico delle vocali e consonanti pronunciate da un inglese, hanno dato luogo naturalmente a difficoltà superiori a quelle che lo stesso dispositivo avrebbe incontrato dovendo trascrivere le lettere corrispondenti ai suoni dell'alfabeto italiano o tedesco. J. P. Cleave ha presentato un «programma» per la trascrizione automatica di un testo qualsiasi in codice Braille per i ciechi.
Bell e Ross hanno valutato la «entropia negativa» del dialetto gallese, per completare le ricerche di Shannon sulla «ridondanza» della lingua inglese.
Una teoria matematica della formazione delle parole dalle sillabe componenti è stata presentata da Wilhelm Fucks. Vittorio Somenzi ha parlato della possibilità di meccanizzare il processo di induzione, che dà luogo alla enunciazione delle «leggi» dei fenomeni, e D. M. Mac Kay ha proposto una definizione semplificata di «significato», ad uso dei tecnici della Teoria dell'Informazione. Tutte le relazioni, con le relative discussioni e repliche degli autori, verranno pubblicate prossimamente in volume dall'editore Butterworths, di Londra.
Stampa | PDF | E-mail | Condividi su facebook