Antologia di Fermi
I, n.2 (marzo 1953)
Il 2 dicembre 1952 fu celebrato il decimo anniversario del successo della prima reazione nucleare a catena. I giornali di tutto il mondo pubblicarono la fotografia di Fermi sorridente davanti al fiasco di Chianti e ricordarono ampiamente l'avvenimento. L'esperimento era cominciato alle ore 10 e 37 del 2 dicembre 1942. Fermi era salito coi suoi compagni su una piccola impalcatura di legno davanti alla pila di uranio disposta nella palestra dello stadio Utagg di Chicago e due minuti dopo aveva dato ordine ad un giovane assistente, George Weil, di estrarre dalla pila la prima delle aste di cadmio che frenavano l'autocombustione del minerale d'uranio. Se le sue ipotesi fossero state errate invece della reazione si sarebbe avuta l'esplosione atomica e, forse, la distruzione completa degli undici scienziati che erano presenti, della palestra, dell'edificio, della zona circostante, di altre persone. Sui quadranti dei contatori che misuravano l'intensità della reazione Fermi vide l'ago che segnava il numero dei neutroni prodotti dall'esplosione e impassibile, rivolgendosi al fisico Compton, disse: "Pare proprio che funzioni". Passarono 28 minuti di trepidazione. Alle 11 e 05 Fermi ordinò di interrompere l'esperimento. Era ora di colazione e bisognava andare a casa. L'esperimento venne ripreso alle 14. Prima che la maggior parte delle aste di cadmio introdotte sulla pila fossero ora via via estratte e che la disintegrazione degli atomi venisse progressivamente aumentata, trascorse più di un'ora e mezza, quindi voltandosi verso i contatori, gli scienziati constatarono che il bombardamento dei neutroni si era svolto al ritmo previsto. Alle 15 e 53 Fermi ordinò la fine dell'esperimento. Ci fu il brindisi, il telegramma cifrato a Roosevelt: "Il navigatore italiano ha approdato alle spiagge del Nuovo Mondo. I nativi lo hanno accolto con esultanza". Era nata in quell'istante l'era atomica.
Per ricordare ancora l'avvenimento e per far conoscere meglio il pensiero scientifico di Fermi abbiamo fatto una piccola scelta dei suoi scritti. A tutte le fotografie, gli articoli, le celebrazioni, le biografie dello scienziato vogliamo aggiungere l'esempio di questa prosa priva di divagazioni inutili, esauriente, semplice, rigorosa. Abbiamo cercato le parole sulla teoria della radioattività, abbiamo seguito Fermi attraverso le esperienze sui neutroni e la costituzione della pila atomica. Il primo dei suoi grandi lavori risale al febbraio del 1926. Aveva venticinque anni quando venne letta ai Lincei una "Nota di Enrico Fermi, presentata dal Socio Garbasso, sulla quantizzazione del gas perfetto monoatomico". E la prima comunicazione sulla sua teoria statistica antisimmetrica, parte fondamentale della teoria quantica, nota come statistica di Fermi-Dirac. Fermi precisa: "Scopo di questo lavoro è di esporre un metodo per effettuare la quantizzazione del gas perfetto che, a noi pare, sia il più possibile indipendente da ipotesi non giustificate sopra il comportamento statistico delle molecole del gas".
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