L'albero bianco
L'albero bianco
di Leonardo Sinisgalli, a cura di Rosetta Maglione e Antonio Vaccaro, EDIZIONI OSANNA VENOSA, brossura, lire 10.000, 1986, 140 pp.
di Biagio Russo
"Lucania", 3 aprile 1994.
L'AUTORE. Leonardo Sinisgalli è nato a Montemurro nel 1908. Dopo aver svolto brillantemente i suoi studi a Caserta e Benevento si trasferisce a Roma dove si iscrive alla facoltà di matematica e dove entra in contatto con gli ambienti letterari ed artistici della città. Laureatosi nel 1932 in ingegneria elettronica si trasferisce a Milano dove due anni dopo pubblica Campi Elisi, accolti da vasti consensi. Di grande versatilità si interessa di letteratura, di critica artistica, di tecnica pubblicitaria, di scienza. Nel 1953 fonda e dirige la prestigiosa Civiltà delle macchine. Molti i libri di poesia e di prosa. Muore a Montemurro nel 1981, dove viene sepolto.
Leonardo Sinisgalli non ha mai pubblicato un volume dal titolo L'albero bianco. Questa raccolta è infatti una selezione di racconti tratti da: Un disegno di Scipione e altri racconti, Belliboschi, Fiori pari, fiori dispari.
L'idea di fondo che ha spinto i curatori a tale operazione è stata quella di "costruire", con un attento montaggio, un'autobiografia che Sinisgalli non ha mai scritto, ma che si rivela di indubbio interesse per il lettore. Dal materiale narrativo, organizzato diacronicamente, emergono perentori le persone e i momenti più significativi del vissuto di colui che divenne uno dei più prestigiosi intellettuali del dopoguerra: ecco allora le "dolci colline" di Montemurro da cui, bambino, osserva l'orizzonte; le memorabili storie della nonna dal sapore di fiaba; le scorribande con gli amici; gli ingegnosi esperimenti dello stravagante zio Giovanni; la partenza per il collegio con le tasche colme di confetti; la passione per lo studio; infine gli anni della maturità e dell'interesse per la matematica e per la poesia, due percorsi che si svolgeranno paralleli per lui come paralleli si succederanno, nei due settori, l'impegno e le conquiste.
L'albero bianco trae il titolo dal racconto in cui il poeta-ingegnere narra della sua infanzia e della felicità di quel periodo. Ma giunge il giorno della partenza per il collegio. A tutela del viaggio il nonno offre all'altare della Chiesa un albero bianco, che diventa rito di iniziazione alla vita e metafora del distacco, non solo dalla famiglia, ma dalla stessa infanzia, quell'infanzia che Sinisgalli celebrerà nelle sue poesie e nelle sue prose come l'unico periodo felice dell'esistenza.
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