Omaggio a Velso Mucci poeta e amico di Sinisgalli
di Antonio Celano
Il Quotidiano, 5 giugno 2011
“Conoscete quest'uomo”. Questo il titolo del Convegno internazionale su Velso Mucci, poeta, scrittore ed intellettuale di assoluto rilievo di origine braidese, nell'occasione del centenario della nascita che si è svolto a Bra, presso il Centro Culturale Polifunzionale “Giovanni Arpino”. Enti patrocinatori: Istituto Storico di Bra, Direttore Fabio Bailo, Presidente Consiglio comunale di Bra; Istituto di istruzione superiore Velso Mucci - Bra; Comune di Bra; Coordinamento e organizzazione scientifica a cura di Alberto Alberti.
Hanno partecipato: Mario Lunetta, scrittore e giornalista con la relazione “Sulla poligrafia interrogativa di Velso Mucci come azione letteraria”; Christine Wolter, scrittrice, critica letteraria e curatrice dell'edizione tedesca de”L'uomo di Torino” (Der Türiner) con “L'uomo di Torino a Berlino Est”; Renzo Pepi, studioso, autore della tesi di laurea su Mucci, con “Corrispondenti di Mucci: lettere allo scrittore”; Livio Berardo, presidente dell'Istituto storico della Resistenza di Cuneo con “Velso Mucci, amministratore e politico: impegno e idee attuali”; Cetta Berardo, scrittrice e giornalista con “La metafora del cibo nel romanzo: comparazione e modelli”; la lucana Chiara Lostaglio, giornalista, critica d'arte, BasilicataCinema con "Vita silenziosa. La poetica di Sinisgalli in rapporto con Mucci”; Luca Pietro Nicoletti, critico d'arte con “Note su Velso Mucci critico d'arte nel secondo dopoguerra”.
Ha moderatore: Armando Lostaglio, giornalista, vice presidente nazionale del CINIT - Cineforum Italiano.
Brani di Velso Mucci sono stati lettida Vanni Zinola. Questo è il terzo convegno che viene tenuto a Bra su Velso Mucci. Gli altri due, sempre a Bra, ebbero luogo nel 1982 e nel 1995. Mucci nacque a Napoli il 29 maggio del 1911 da padre abruzzese, maestro di musica nel Regio Esercito, e da Domenica Boglione di Bra. Rimase affezionato a questa cittadina tutta la vita, passandovi nell'età matura lunghi periodi. Da ragazzo dovette seguire le peregrinazioni per tutta Italia del padre, fino a stabilirsi a Torino, dove si laureò in filosofia estetica. Durante il periodo dell'Università giocò nelle riserve della Juventus, bohémien nel cosiddetto fascismo di sinistra. Romano Bilenchi ricorda nel suo libro “Amici” l'epico pestaggio a cui fu sottoposto allora con Primo Zeglio da parte di alcuni esagitati del Guf.
Fu proprio a Torino che esordì sul “Selvaggio” di Maccari come critico musicale, e conobbe gli artisti che rimasero i suoi amici per tutta la vita (Spazzapan, Menzio, Cremona e tanti altri).
Nel 1934 si trasferì a Parigi, dove aprì con il cugino Sandrino Alberti una libreria antiquaria. Qui tennero anche mostre dei loro amici pittori fino allo scoppio della guerra che pose fine a tutto.
A Parigi poterono frequentare le avanguardie artistiche e letterarie del tempo.
Pubblicò in quel periodo i suoi scritti e le poesie giovanili in brochures semiclandestine oggi introvabili. A Roma, nel dopoguerra, iniziò il suo periodo creativo più felice.
Insieme a Leonardo Sinisgalli, Nicola Ciarletta e Aldo Gaetano Ferrara fondò la rivista bimestrale “Il costume politico e letterario”, dove per cinque anni raccolse le firme migliori dell'Italia letteraria di allora.
Poi ideò con Dora, la sua moglie-donna-compagna, le tredici superbe cartelle del “Concilium Lithographicum”, dove alle litografie di De Chirico, Maccari, De Pisis, Fazzini e altri erano affiancati gli scritti di Ungaretti, Palazzeschi, Cardarelli, Sinisgalli… La moglie di Sinisgalli, Giorgia de Cousandier, rievocherà nel 1965 in un commosso ricordo di Mucci sulle pagine della rivista di Sinisgalli "La botte e il violino" anche la gestazione del “Concilium” e del “Costume”.
Sempre negli anni cinquanta, venne la sua collaborazione con il “Contemporaneo”, la rivista politico-letteraria di ispirazione marxista diretta da Antonello Trombadori (Mucci aveva preso la tessera del PCI nel '45).
Diresse anche “La Voce” di Cuneo e pubblicò i suoi saggi nel volume L'azione letteraria 1."
Ma fu solo nel 1962 che una grande casa editrice, la Feltrinelli, pubblicò per la prima volta le sue poesie in “L'età della Terra”.
Ne scrisse la prefazione Natalino Sapegno, e con quest'opera vinse il premio Chianciano ex-aequo con Andrea Zanzotto. Fu anche in Spagna a prendere contatti per il PCI con l'opposizione antifranchista, viaggio da cui nacque uno storico numero del Contemporaneo. Sempre nel 1962 fu inviato dall'Unità al Giro d'Italia, e ne fu il cronista attento e polemico.
La sua ultima stagione iniziò a Londra, dove si era trasferito per imparare l'inglese alla perfezione. Ufficialmente era per poter leggere l'Ulisse di Joyce in lingua originale. Il suo vero sogno, però, era di andare come inviato de l'Unità a Pechino. Aveva cominciato a coltivarlo nel '58 a Tashkent, quando aveva partecipato alla Conferenza degli scrittori afro-asiatici e conosciuto Nazim Hikmet, il grande poeta turco che aveva tradotto in italiano. In quell'occasione aveva conosciuto i compagni del Partito comunista cinese, con i quali aveva fraternizzato.
A Londra scrisse le 200 cartelle del suo romanzo, “L'uomo di Torino”. Ci mise sei mesi, dal novembre del 1963 all'aprile seguente. A maggio lo colse il primo infarto. Il secondo, la notte fra il 5 e il 6 settembre 1964, gli fu fatale.
Le sue opere uscirono postume, lentamente, nell'arco di quasi quindici anni. Feltrinelli pubblicò nel 1967 “L'uomo di Torino” e l'anno dopo "Carte in tavola", la raccolta di tutte le sue poesie. Nel 1973 uscirono le sue "Carte di un italiano dell'11" e l'antologia dei suoi saggi filosofici e letterari fu curata da Mario Lunetta nel 1977, con il titolo “L'azione letteraria”.
Lo conobbe e lo apprezzò praticamente tutta la critica militante italiana del '900, dalla quale non ricevette quasi mai stroncature, anche se lui invece non le risparmiò. Clamorose furono quelle di Louis Aragon che lodava il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e del Dottor Zivago di Pasternak. Nel 2008 gli fu conferito, postumo, il premio letterario Feronia.
Il nostro obiettivo e la nostra speranza, spiega Alberto Alberti, «è che questo convegno susciti nuovo interesse e diffonda una conoscenza più diffusa sui molteplici aspetti della personalità di questo scrittore e sia magari una riscoperta per le più giovani generazioni di braidesi».
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